Carissimi,
dopo
la pausa estiva i nostri oratori sono pronti a tuffarsi di nuovo
nell’entusiasmante avventura di vivere il vangelo di Gesù e di
proporlo ad altri amici.
Anche in questa estate sono state tante le
occasioni per crescere insieme nel rapporto con il Signore: penso in
particolare alla bella esperienza degli oratori estivi (ho avuto
anch’io la possibilità di visitarne alcuni) e alle ricche
settimane comunitarie in montagna o al mare.
Tutto
ciò non sarebbe possibile se non fosse preparato e come anticipato
dalla vita ordinaria durante tutto l’anno, nei mesi che prevedono
gli impegni scolastici, le diverse attività sportive e culturali, la
catechesi e il ritrovarsi con gli adulti la domenica nell’Eucaristia
e nella vita comunitaria.
In
oratorio i
più giovani sono
oggetto di cura da parte dei catechisti e degli educatori, coordinati
dai responsabili, ma incontrano anche gli allenatori sportivi, gli
animatori della liturgia (penso ai tanti coretti parrocchiali e ai
numerosi gruppi di chierichetti che ho avuto la gioia di incontrare
in aprile in Duomo) e in generale i tanti adulti che con generosità
si occupano del buon funzionamento delle strutture.
In
oratorio i
genitori trovano
un luogo accogliente per i propri figli, ma scoprono anche una
crescente attenzione nei confronti delle proprie domande, delle
attese che portano nel cuore sul futuro dei loro figli. Anche i
cammini di Iniziazione cristiana si faranno sempre più attenti a
coinvolgere i genitori nel percorso di educazione alla fede dei
ragazzi.
In
oratorio catechisti,
genitori, insegnanti, allenatori ed
animatori donano
con gratuità tempo e passione per la crescita dei più piccoli e con
stupore riconoscono quanto questo stile di dedizione nei confronti
dei ragazzi sia con-veniente alla propria vita e alla propria fede.
Al tempo stesso sono invitati a farsi sempre più curiosi nello
scoprire come gli altri soggetti educanti si rapportano e
interagiscono coi ragazzi: infatti sono sempre gli stessi ragazzi che
frequentano, oltre all’oratorio, la scuola, le attività sportive,
le proposte culturali per il tempo libero.
In
oratorio i
responsabili (siano
essi presbiteri, religiose o laici), di fronte alla crescente
complessità della vita e delle relazioni, sperimentano quanto sia
fondamentale custodire rapporti pienamente umani, e quindi
autenticamente evangelici, con tutte le figure che, a vario titolo,
mettono a disposizione il proprio tempo e la propria passione per i
ragazzi.
In
questo anno ho scelto di non offrire alla diocesi nuovi orientamenti
pastorali, ma di riprendere quanto già suggerito negli anni scorsi
rileggendolo alla luce di una proposta che attraversa ogni ambito
della pastorale: la
Comunità educante.
Nasce da qui lo slogan che accompagnerà questo anno oratoriano: Solo
insieme.
È lo stile di Gesù, lo stile con il quale ha educato e guidato i
suoi dodici amici e i tanti discepoli, quelli che sarebbero diventati
i suoi apostoli. Dopo averli scelti, li ha invitati non a un corso o
a delle lezioni, ma a condividere una vita, a creare una comunità
nella quale scoprire e approfondire la sua persona e le relazioni tra
di loro. Una vita rinnovata aperta a tutti, così come sono i nostri
oratori.
Anche
noi, fin dal giorno del nostro battesimo, siamo chiamati alla
comunione con Gesù e abbiamo ricevuto in dono lo strumento e il
luogo (anzi, ripensando all’oratorio estivo direi: la casa!) per
crescere nell’amicizia con Gesù. Questa casa è l’oratorio.
Impegniamoci allora tutti insieme per renderlo sempre più luogo
trasparente della bellezza dell’incontro col Signore.
Ci
guida in questo lo Spirito del Signore e anche le parole del nostro
amato Papa Francesco. Nella Lettera Evangelii
Gaudium («La
gioia del vangelo») – testo che mi auguro sia ripreso e
approfondito – egli parla di «fraternità mistica» (§92). La
fraternità, lo stare insieme, la vita in comune non è soltanto
qualcosa di comodo o funzionale, ma è una realtà «mistica», cioè
capace di aprirci e spalancarci al Mistero per eccellenza, quello di
Dio. E conclude il Papa con una raccomandazione che possiamo fare
anche nostra: «Non
lasciamoci rubare la comunità!».
Buon
anno, allora! Camminiamo insieme – anzi, Solo
insieme!
– incontro a Gesù.
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Angelo card. ScolaArcivescovo di Milano